Le Vie dei Tesori | Settembre è Nisseno

Pubblicato il 14 agosto 2024 • Arte , Cultura , Evento culturale , TerritorioPiazza Giuseppe Garibaldi, 93100 Caltanissetta CL, Italia

Le Vie dei Tesori torna a Caltanissetta per l'ottavo anno consecutivo per aprire nuovi siti e consentire di riscoprirne altri già apprezzati dai turisti visitatori.

Si tratta di un grande Festival, nato a Palermo nel 2006 e adottato da Caltanissetta da 8 anni, che trasforma le città in grandi musei diffusi aprendo contestualmente tesori in parte di solito chiusi, visitabili con un coupon unico. 

Un modello basato su una logica partecipativa, condivisa e responsabile, che costruisce una comunità accogliente e che si realizza attraverso una rete virtuosa pubblico-privato.

Il Festival mette a rete oltre trecento tra istituzioni, enti, associazioni, cooperative. Ad affiancare gli esperti nelle visite guidate, ci sono studenti universitari e liceali in alternanza scuola-lavoro.

Hanno partecipato al progetto 4 istituti scolastici della città di Caltanissetta coinvolgendo circa 150 Studenti dell'ITET Rapisardi - Da Vinci, Liceo A. Volta, Liceo R. Settimo e Liceo Manzoni - Juvara. A completare la collaborazione è intervenuto anche il club service Rotaract Caltanissetta.

"Le Vie dei Tesori di Caltanissetta" Edizione 2024 si terrà negli ultimi tre weekend di settembre: 14-15, 21-22, 28-29 settembre con un'offerta variegata che comprende 12 visite, 2 passeggiate e 1 esperienza.

Si andrà alla scoperta di terra di grano, di miniere, di pietanze antiche, di bellezze inaspettate, terra dei nobili Moncada che la possedettero come contea per quattrocento anni, dal 1405 al 1812, fino all’abolizione dei feudi, la “Piccola Atene” degli anni Trenta-Cinquanta del secolo scorso, quando nel salotto della casa editrice di Salvatore Sciascia sedevano Vittorini, Brancati, Quasimodo, pronti a discutere di letteratura, lotte sociali, politiche agrarie. Caltanissetta ha un patrimonio straordinario che ha sposato Le Vie dei Tesori sin dalla prima ora, e nel corso delle diverse edizioni ha sempre trovato nuovi luoghi da proporre: come quest’anno in cui ci si muoverà tra chiese, teatri, aree archeologiche, monasteri e palazzi di un’alta borghesia illuminata che si stringeva all’aristocrazia; ma anche officine d’arte, borghi rurali fantasma, oasi
naturalistiche e trekking nella natura.

Caltanissetta nel 2023 ha registrato un fortissimo incremento mettendo insieme 5127 visitatori con una ricaduta turistica sul territorio di oltre 200 mila euro.

Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato l'assessore e vicesindaco di Caltanissetta Giovanna Candura, il vicepresidente della Fondazione "Le Vie dei Tesori" Marcello Barbaro, il responsabile Qualità operativa Area Retail Caltanissetta ed Enna di Unicredit main sponsor del festival Massimo Trochia e il referente del gruppo di lavoro di Caltanissetta per "Le Vie dei Tesori" Pasquale Tornatore.

“Le Vie dei Tesori sono un’iniziativa ormai consolidata nella nostra città che permettono di far conoscere beni culturali nisseni poco noti, non soltanto ai turisti ma anche dagli stessi cittadini – dice l’assessore alla Cultura e vicesindaco Giovanna Candura - . La visita guidata offre la possibilità di scoprire curiosità e cenni storici che rendono il nostro patrimonio architettonico un ambiente familiare. Auspichiamo che questo Festival possa diventare sempre più un arricchimento culturale per il territorio e consenta di far crescere l’indotto economico per le maestranze locali”.

Di seguito i luoghi da visitare e le esperienze proposte dagli organizzatori per chi ha desiderio di "riappropriarsi della bellezza"

LUOGHI:

  1. Abbazia di Santo Spirito

Tra tesori e opere d’arte

lì dove nacque l’amaro Averna

Edificata nel XII secolo nel sito in cui probabilmente esisteva già un casale romano, l’abbazia di Santo Spirito è una delle chiese più suggestive della città. Addossata al corpo di fabbrica di epoca normanna, a navata unica con tre absidi, l’abbazia custodisce numerose opere d’arte: il Crocifisso dello Staglio, in legno dipinto, un fonte battesimale circolare a immersione del X secolo, un’urna romana dell’età dei Flavi reimpiegata per uso liturgico, due porzioni di affreschi del XIV-XV secolo, e una scultura in legno della Madonna della Grazia. Al convento, prima degli Agostiniani e dal XVIII secolo dei Cappuccini, è legata la nascita del celebre amaro Averna che ha reso Caltanissetta celebre nel mondo. Furono proprio i frati a consegnare la ricetta segreta di un infuso di erbe a Salvatore Averna ringraziandolo per la sua generosità. Ancora oggi, nel giardino dell'abbazia (visitabile), sono presenti alcune essenze anticamente utilizzate per creare l'infuso.

Via di Santo Spirito, 57

Visite: sabato 14 e 28 e domenica 15, 22 e 29 settembre

Orari: sab. 14 10-13; sab. 28 10-13 e 15-18; dom. 15 10-11e 15-7,30, dom. 22 10-11 e 15-16, dom. 29 15-17,30

Durata: 30 minuti

Gruppi di: 25 persone

Accessibilità: parziale

 

  1. Chiesa di San Pietro

Tra antico e contemporaneo

l’arte racconta la storia della salvezza

L’edificio, completato nel 2000, si presenta come uno spazio che valorizza l’incontro della comunità, secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II ed è stato arredato con somma cura alla ricerca di temi iconografici che rispondessero allo spirito della “Lumen Gentium”. La visita si propone come molto interessante perché ricca di storia: si va dal Crocifisso sull’altare della fine del XV secolo alle sculture di Girolamo Ciulla, artista nisseno di chiara fama internazionale, che ha realizzato l’altare, l’ambone e la custodia dell’Eucarestia. Da vedere anche l’organo proveniente da Mirandola e un crocifisso dei Matinati in legno proveniente da Calascibetta.”

Via Paolo VI

Visite: sab 14-21-28 settembre

Ora: dalle 10 alle 12

Durata: 30 min

Gruppi di: 15 persone

Accessibilità: SI

 

  1. Chiesa e cripta di San Domenico

Il mausoleo dei Moncada con la cripta settecentesca

Fondata nella seconda metà del XV secolo nel cuore antico della città, la chiesa già nel 1480 fu scelta dal conte Antonio Moncada come mausoleo di famiglia. La ricostruzione di fine ‘700 le regalò la facciata concava ai lati e convessa al centro. All’interno, tele della Madonna del Rosario di Filippo Paladini e Vincenzo Roggeri che fu sepolto in questa chiesa. Della sua tomba e delle sepolture moncadiane non resta più nulla, distrutte dopo l’Unità d’Italia, ma esiste ancora la suggestiva cripta settecentesca accessibile solo dall’esterno. In questi ambienti, restaurati dalla Soprintendenza, ci sono tre diverse tipologie di colatoi utilizzati per l’essiccazione dei cadaveri.

Via San Domenico

Visite: sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18 (tranne sabato 28 pomeriggio)

Domenica dalle 16 alle 18

Durata 20 minuti

Gruppi di: 20 persone

Accessibile: SI

 

  1. Chiesa Madonna dell’Assunta

La chiesa voluta da donna Aloisa

che qui volle essere sepolta

Gioiello della Caltanissetta secentesca, recentemente riaperta, la chiesa venne costruita per volontà della contessa Aloisa De Luna e Vega nel 1580 vicino al monastero dei Cappuccini terminato nel 1549. Sarà la stessa contessa che nel 1591 donerà un terreno limitrofo da destinare a selva del convento e che volle essere sepolta nella chiesa con il figlio Francesco II Moncada. La chiesa ospitava le opere d’arte realizzate dai frati, che avevano anche una ricchissima biblioteca oggi trasferita alla “Scarabelli”. Vuole la leggenda che nel 1625 san Michele Arcangelo apparve a fra’ Giarratana e tenne la peste lontana dalla città. Nel 1868 l’intero complesso – oggi dell’ASP - divenne ospedale. Dell’antico splendore, restano in chiesa i reliquiari lignei dei frati Cappuccini, il grande retablo dell’altare maggiore, il Crocifisso di Milante e una Dormitio Virginis in cera; le opere pittoriche sono invece custodite nelle sale del vicino Museo Diocesano. L’antica “selva” dei Cappuccini fu invece trasformata nei primi decenni dell’Ottocento in giardino comunale, Villa Amedeo, arricchito tra gli anni ’60 e ’70 da erme in marmo realizzate dagli scultori nisseni Tripisciano, Lo Verme e Frattallone, recentemente restaurati.

Viale Margherita 36

Visite: sabato e domenica

Ora: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18

Durata: 30 minuti

Gruppi di: 15 persone

Parzialmente accessibile ai disabili

 

  1. Conservatorio statale di musica Vincenzo Bellini

Dai caratteri tipografici

alle note e agli strumenti

 Tra fine Ottocento e primi del Novecento l’Istituto di beneficenza voluto da Ferdinando II di Borbone, intitolato a re Umberto I di Savoia, si spostò negli ambienti dell’ex Collegio dei Gesuiti e dell’ex carcere femminile: su via Re d’Italia la facciata risente della ristrutturazione ottocentesca, su corso Umberto I invece si conservano ancora le balconate gesuitiche del Seicento. Dal 1996 il complesso ospita il Conservatorio di musica “Vincenzo Bellini”, attivo dal 1979, che qui ha le sue aule didattiche e una piccola ma interessante raccolta di strumenti musicali; e un’antica cappella riccamente affrescata. All’attività dell’Istituto di beneficenza Umberto I si deve invece la collezione di macchine storiche, legata all’insegnamento di arti tipografiche che, insieme a ebanisteria, falegnameria, sartoria, calzoleria, meccanica e molti altri mestieri, veniva qui impartito. Fu il maestro Antonio Caglià Guittard nel XIX secolo a insegnare il mestiere di tipografo ai ragazzi del territorio.

Corso Umberto I, 84

Visite: sabato 14-21-28 settembre

Orari: dalle 9 alle 12.30 

Durata: 30 minuti

Gruppi di: 15 persone

Accessibile: NO.

 

  1. Istituto Testasecca e chiesa di Sant’Anna

L’istituto voluto dal ricco mecenate

e l’inatteso  presepe del Matera

Nel 1893 Ignazio Testasecca, ricco imprenditore minerario, fondò un istituto per ospitare i più poveri; per tale gesto i Savoia lo nominarono conte. Testasecca ha arricchito il patrimonio architettonico della città con altri edifici: a lui si devono il palazzo di famiglia in corso Vittorio Emanuele, la villa fuori città e la neogotica cappella nel cimitero Angeli. L’Istituto Testasecca affianca la chiesa di Sant’ Anna, consacrata nel 1899, a cui è unito tramite un campanile. La chiesa, costituita da una navata unica riccamente decorata con stucchi e dorature, ospita una statua dell’Addolorata donata nel 1903 da Ignazio Testasecca come ex voto per la guarigione del figlio Vincenzo. Nell’edificio, ai piedi dello scalone monumentale, c’è una sala che ospita un presepe settecentesco del trapanese Giovanni Antonio Matera. Le 83 statuine, realizzate in tila e codda, sono suddivise in tre quadri figurativi: l’Annunciazione, la Natività e la Strage degli Innocenti.

Viale della Regione n.1

Visite: Sabato e Domenica

Ora: 10-13 e 15-18

Durata: 30 minuti

Gruppi di: 15 persone

Accessibilità: solo per il Presepe del Matera al piano terra

 

  1. Officina degli artisti - Palazzo Lapadura

La casa degli artisti emergenti che sorge su un ex mulino

L'Officina degli Artisti è un nuovo sito culturale nato all’interno della storica Villa Lapadura, in una traversa della via Xiboli che portava alle miniere di zolfo vicino alla città. Creata e gestita da un’associazione culturale, l’Officina promuove le arti visive e performative, e si propone di diventare un punto di riferimento per artisti, oltre che per gli appassionati d'arte. L’Officina occupa una parte di Villa Lapadura, sorta sull’ex mulino Fratelli Tortorici, o ex mulino Stella – Sant’Elmo, da tempo trasformato in abitazione privata. Il resto della villa è ancora da recuperare. Durante i tre fine settimana del festival, esporranno artisti emergenti e affermati le loro opere.

Via Tortorici, 12

Visite: sabato e domenica

Ora: sabato 10-13 e 15-18

Domenica 10-13

Durata: 90 minuti

Gruppi di: 20 di persone

Accessibilità: SI

 

  1. Palazzo del Carmine

L’antico convento e la chiesa

trasformati in palazzo municipale

Il palazzo municipale sorge dove un tempo esisteva il trecentesco convento dei Carmelitani con la chiesa di Maria Santissima dell’Annunziata: da qui giunge il nome di Palazzo del Carmine. Ospita interessanti opere d’arte ed un elegante anticamera della sala consiliare e del gabinetto del sindaco. Dove è invece visibile un prezioso dipinto del XVIII secolo, Quadro storico di Caltanissetta, che raffigura l’allegoria della città. La sala consiliare conserva invece due interessanti lastre di marmo di Valerio Villareale, celebre artista neoclassico siciliano, che provengono dai basamenti dei monumenti dedicati ai sovrani borbonici distrutti durante i moti della prima metà dell’Ottocento.

Corso Umberto I

Visite: sabato e domenica 10-13 e 15-18

Durata: 30 minuti

Gruppi di: 15 persone

Accessibile ai disabili

 

  1. Palazzo Moncada

La fastosa residenza secentesca che non fu mai completata

Palazzo Moncada è certamente l’edificio più interessante a Caltanissetta. La sua costruzione fu avviata nella seconda metà del Seicento ma si interruppe dopo un decennio per via della partenza del suo promotore, Luigi Guglielmo Moncada. Del palazzo a pianta quadrata con cortile centrale, fu edificata soltanto la parte posteriore, rivolta verso il giardino, in modo da poter continuare a utilizzare la dimora cinquecentesca allora affacciata sull’attuale corso Umberto I, sede di una ricca corte tra XVI e XVII secolo. Il palazzo è impreziosito su tre lati da una fastosa teoria di mensoloni, “gattoni”, antropomorfi e zoomorfi, posti su un ricco fregio decorativo oggi in parte perduto. All’interno ospita la galleria civica d’arte con le sculture dei nisseni Michele Tripisciano e Giuseppe Frattallone, oltre a esposizioni temporanee; nell’ex cortile, un cineteatro.

Largo Barile

Visite: 10-13 e 15-18

Durata: 30 minuti

Gruppi di: 15 persone

Accessibilità NO

 

  1. Parco archeologico Palmitelli

L’area archeologica immersa nel verde

con la tomba a grotticella

Nel pieno centro di Caltanissetta, nella zona che si sviluppò tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, si trova l’area archeologica Palmintelli che, originariamente, ospitava un complesso funerario di tombe a grotticella artificiale che risaliva all’età del Bronzo e doveva aprirsi sui fianchi dell’altura. Il sito venne utilizzato anche durante la colonizzazione greca, come raccontano frammenti di ceramica a decorazione geometrica di produzione indigena conservate al museo archeologico di Caltanissetta. Nel 1988 una breve campagna di scavi condotta sulla fascia di roccia sotto la grotta, portò all’individuazione di un’unica tomba di forma irregolare della quale si conservano soltanto le pareti intagliate nella roccia: è stata recuperata e circondata dalla vegetazione mediterranea.

Via: Area archeologica demaniale Palmintelli

Visite: sabato 14-21-28 settembre

Ora: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18

Durata: 20 minuti

Gruppi di: 20

Non accessibile ai disabili

 

  1. Prefettura e Provincia

Il sontuoso palazzo decorato dagli artisti

Nella seconda metà dell’Ottocento, quando la città visse il boom economico dovuto alle miniere di zolfo, fu avviata la costruzione del Palazzo della Provincia nella collina del Tondo. Progettato dall’ingegnere Agostino Tacchini, il grandioso edificio ospita sia la Provincia di Caltanissetta che la Prefettura e l’alloggio del prefetto. Dal grande portone con lo stemma della città, si entra nell’elegante cortile colonnato; dallo  scalone principale (progetto dell’ingegner Luigi Greco) si accede alla sala consiliare della Provincia che ospita una grande tela del pittore di Mussomeli, Salvatore Frangiamore, Cicerone contro Verre; nelle altre sale si possono ammirare le opere di artisti attivi a Caltanissetta tra XIX e XX secolo, Tripisciano, Asaro, Biangardi e Castrogiovanni; altri ambienti, con vetrate dipinte, sono stati decorati dal catanese Pasquale Sozzi. Delizioso il piccolo giardino prefettizio del 1892, con una fontana in ghisa della palermitana Fonderia Oretea.

Viale Regina Margherita n.28

Visite: Sabato 14, 21 e 28 Settembre dalle 10 alle 12.30

dalle 15 alle 18 solo Prefettura

Durata:45 minuti

Gruppi di: 15

Accessibilità: no, accessibile solo il Giardino Prefettizio

 

  1. Teatro Margherita

La sala che intrigò Camilleri

che raccontò le liti col prefetto

Nel 1371 Eleonora e Guglielmo Peralta fondano il convento dei Carmelitani con la chiesa di Maria SS. dell’Annunziata. Nel 1866, dopo la soppressione degli ordini religiosi, il Comune ottiene il convento come sede. E quattro anni dopo si inizia la costruzione del teatro, su progetto di Alfonso Barbera, nell’area della chiesa di San Giacomo. Fu intitolato alla principessa Margherita, consorte del futuro re Umberto I; inaugurato nel 1875 con il Macbeth di Verdi. Le opere “meccaniche” furono realizzate da Querieaux. Qui Camilleri ambientò il suo “Il birraio di Preston”, ispirandosi a fatti accaduti all’esordio del teatro e ai difficili rapporti tra la città e il Prefetto Fortuzzi. Il foyer presenta una ricca pavimentazione con maioliche policrome, con lo stemma comunale, rappresentazioni dell’artista di Niscemi, Giovanni Valenti, del grano e dello zolfo, antiche fonti di ricchezza della città. A Valenti si devono i dipinti ad affresco della sala teatrale.

Corso Vittorio Emanuele,73

Visite: Sabato e Domenica

Ora: 10-13 e 15-18

Durata: 30 minuti

Gruppi di: 15

Accessibilità: si

 

Passeggiate

  1. Borgo Guttadauro

Uno dei "borghi del Duce"

vera ghost town dimenticata 

Uno dei cosiddetti "borghi fascisti", abbandonato e dimenticato dagli anni Sessanta. Il comune di Butera ha anche tentato di venderlo, ma l'asta è andata deserta: nessuno ha interesse per Borgo Guttadauro, vera ghost town costruita negli anni '40, non lontano dalla diga Disueri, sulla strada delle zolfare. Il progetto del Duce puntava sulla nascita di borghi rurali per evitare lo spopolamento delle campagne: anche questo Borgo – intitolato al capitano Emanuele Guttadauro, caduto in Spagna nel 1938 e insignito con la medaglia d’oro al valor militare – era dotato di una piazza centrale attorno a cui si trovano tuttora, la chiesa con la canonica, le scuole materne e elementare, l'ex Casa del Fascio, la caserma dei carabinieri, il Dispensario medico, un alimentari, una trattoria, il mercato coperto e le botteghe. Ma nessuno volle mai abitare qui - è stato ospedale militare alleato, poi caserma, scuola, colonia estiva, sede di una banda musicale giovanile; fu fatto un tentativo per affidarlo a una associazione - e il Borgo fu dimenticato.

 Via: 578J+PGM Butera, Libero consorzio comunale di Caltanissetta (https://www.google.com/maps/place/37%C2%B010'00.7%22N+14%C2%B016'52.7%22E/@37.1882628,14.2443351,13z/data=!4m4!3m3!8m2!3d37.166847!4d14.281295?entry=ttu

Sabato 14 e 21, domenica 15 e 22 settembre

Orari: dalle 14.30 alle 17.30

Durata: 30 min.

  1. persone:

Contributo: 8€

 

Esperienze

 

  1. Riserva di Lago Sfondato

Il lago misterioso e la riserva di caccia dei Moncada

Siamo a pochi chilometri da Marianopoli, nella riserva naturale Lago Sfondato, in un luogo incredibilmente bello e di grande fragilità che va tutelato. E’ uno spettacolare bacino, il lago è letteralmente infilato tra le rocce calcaree, il suo letto è sprofondato nel 1907 per il collasso delle rocce calcaree sottostanti. La particolare scenografia del luogo e il tenebroso colore delle acque lo hanno da sempre reso un covo di leggende. A pochi chilometri dalla riserva si trova la masseria di Mimiani, un tempo riserva di caccia della famiglia Moncada e oggi bene confiscato: nei suoi 300 ettari, un uliveto secolare impiantato nel XVI secolo e un querceto.

Raduno e orario - Masseria Mimiani, lungo SP 42 Caltanissetta- Marianopoli (https://maps.app.goo.gl/fa1G6Ams8axBVRa46)

Sabato 28 settembre

Orario: alle 9.30

Durata 4 ore

Partecipanti: 25

Contributo: 15€

Percorso di 9 km circa, con un dislivello di 150 m circa; difficoltà facile/media. Adatto a tutti. Equipaggiamento: scarponi da escursionismo; 2 l di acqua; pranzo a sacco. Consigliati bastoncini da trekking e una giacca o mantella impermeabile con cappuccio.

 

  1. Monte Capodarso e Valle dell’Imera

Tra masserie, miniere di zolfo e antichi pozzi

Lungo il fiume Imera si estende una delle più belle aree naturalistiche della regione: tra masserie e miniere di zolfo, tra monte Capodarso e Monte Sabucina, in un contesto archeologico e naturalistico di eccezionale bellezza. Lasciate le auto vicino all’ingresso della Riserva, si camminerà lungo la carrareccia verso la miniera di zolfo Giumentaro con i resti del vecchio pozzo Santa Barbara; poi si salirà a Monte Capodarso tra argille, gesso ed eucalipti. Per poi imboccare il sentiero Natura, tra greggi al pascolo, strutture archeologiche e rocce. 

Percorso di 14 km circa, con un dislivello di 600 m circa; difficoltà media, adatto a chi cammina nella natura. Equipaggiamento: scarponi da escursionismo; 2l di acqua; bastoncini da trekking e una giacca o mantella impermeabile con cappuccio.

Punto di ritrovo: R.N.O. Monte Capodarso e Valle Dell'Imera Meridionale

Giorni: sabato 14 settembre

Orario: alle 9

Durata: 5 ore

Partecipanti: 25

Contributo: 15€

INFO POINT presso l’INFO POINT TURISTICO della Pro Loco di Caltanissetta.

La Pro Loco di Caltanissetta collaborerà sia all’info point delle Vie dei Tesori che a Palazzo Moncada.